Il mio ultimo giorno di permanenza in Islanda mi sono dedicata all’esporazione della costa sud, forse quella con i panorami più mozzafiato.
Mi sono appoggiata a Reykjavik Excursions in particolare nel suo tour South Shore Adventures.
Come tutte le giornate islandesi in inverno, le prime ore sono totalmente buie e per dirigersi verso la cittadina di Vik servono quasi 2h, ma per fortuna su tutti i bus di Reykjavik Escursions, c’è il wi-fi, una manna dal cielo.
Molto spesso questa escursione è combinata con una camminata con i ramponi sui ghiacciai “Take a walk on the ice side”, quindi una parte del gruppo si divide verso le 11 per ricongiungersi alle 15:30. Personalmente credo che questo penalizzi molto il tour semplice South Shore Adventures, perchè si finisce per visitare le cascate alle 16, praticamentre quando è quasi buio e la visibilità è molto scarsa. Quindi per chi di voi ha voglia di investire 200€ per camminare sul ghiaccio consiglio di fare l’escursione combinata.
La prima tappa della giornata è il museo Skógar folk, un museo folcloristico, dove c’è la riproduzione di un villaggio di inizio ‘900 e dove si racconta la vita rurale, tendenzialmente non amo queste cose perchè sono trappole per turisti, ma devo dire che la cultura islandese è talmente lontana dalla nostra che senza quelle spiegazioni non avrei mai saputo un sacco di cose. Di sicuro il clima, la latitudine ed il vento caratterizzano questa piccola isola dell’atlantico, ma immaginare cosa dovesse essere vivere li senza le risorse tecniche e tecnologiche di oggi è davvero spaventoso. Se si vistia l’Islanda in inverno ci si stupisce che nn fa poi così freddo, anche se il vento è glaciale, che basta coprirsi bene, con un abbigliamento tecnico tipo da sci, che ogni edificio è perfettamente riscaldato, che si usa l’energia geotermica per avere docce calde, centri termali in ogni cittadina e anche per alimentare serre che producono pomodori sugosi, ma questo è iniziato solo dopo gli anni ’50. Pensate vivere in Islanda senza acqua calda, senza goretex, senza tessuti impermeabili, riscaldamento, oddio rabbrividisco solo al pensiero.
La bellezza di questo museo è stato farci capire quanto il popolo islandese si sia industriato nei secoli per compensare l’asperità del suo territorio.
Il museo si trova poco lontano dal paesino di Vik anche se chiamarlo paesino forse è un eufemismo! sono 5 case orrende e fredde senza senso, ma con una grande vista. Davanti a Vik si trova una delle spiagge vulcaniche più belle dell’Islanda, sabbia nera, farglioni enormi nel mare e onde rumorose che si infrangono sulle rocce. L’oceano è talmente forte che anche cammianare sulla riva può essere pericoloso,ma l’energia che trasmette quel panorama è difficilmente riscontrabile altrove.
Dopo una fugace pausa pranzo, si torna a prendere i ragazzi che avevano fatto la passeggiata sul ghiacciaio, si arriva quindi praticamente alle pendici del ghiacciaio che a causa delle ceneri sparse dall’ultima eruzione è un po’ grigiastro, ma comunque emozionate. Personalmente non avevo mai visto ghiacciai che non finivano in acqua e la cosa mi è molto piaciuta.
Una delle attrazioni più famose dell’Islanda, sono le cascate; Seljalandsfoss è famosa per la possibilità di attraversarla da dietro, magari in estate, mentre Skógafoss, una montagna d’acqua di 60m si può osservare dall’alto risalendo sul cammino di destra fino a raggiungere la cima della collina.