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Cosa c’è dietro alle ceramiche di Grottaglie

Come sempre, quando qualcuno del luogo ci spiega le cose la nostra percezione cambia totalmente. Forse anche a voi sarà capitato di ricevere un pumo salentino come bomboniera di qualche amico pugliese o semplicemente un souvenir, si certo porta bene e li fanno a Grottaglie, questo si sa.

Quando sono andata a Grottaglie sono stata portata in giro da Francesca una guida della Proloco di Grottaglie, la tipica ragazza del sud che conosce tutto e tutti e che è appassionata nel condividere la propria cultura e città d’origine, purtroppo al giorno d’oggi se ne trovano poche con questo entusiasmo.

Il centro storico di Grottaglie è originario del IX secolo, il tutto nasce dal suo castello che in passato è stato anche sede arcivescovile. Al giorno d’oggi ospita il Museo della Ceramica, un modo rapido e intenso per capire come mai in questo paesino la ceramica è diventata così importante e come si è evoluta la sua arte.

 

Castello di Grottaglie

Castello di Grottaglie

Salentolistico

L’uomo ha sempre fatto di necessità virtù, vicino Grottaglie c’è una cava d’argilla, la terra è rinfrescata da venti costanti e le costruzioni venivano sempre fatte in pietra, tutti elementi che rendevano idonea la fabbricazione della ceramica. In origine le ceramiche si facevano per uso domestico, dalle enormi vasche per lavare i panni, fino agli otri per il vino ai boccacci per conservare il cibo sotto sale. Ho scoperto che i forni antichi, quelli a fuoco, venivano murati ogni volta, ossia si preparavano, si accendeva il fuoco e si muravano, con i mattoni!! Fino a che la ceramica nn si era cotta, quindi la componente “errore di cottura” era davvero altissima. Il capo mastro faceva gli otri per il vino, che nella terra del Primitivo erano l’oggetto più richiesto ed era quindi colui il quale guadagnava di più. A Grottaglie è nato l’uso della ceramica urbana. Si sono inizati ad utilizzare i pumi sui balconi della città. Il pumo è un simbolo che rappresenta il bocciolo, ossia la fertilità che sta per esplodere, in una terra dove i braccianti erano una risorsa reale, avere una famiglia numerosa aveva ripercussioni anche economiche, un po’ per gioco un po’ per superstizione si sono iniziati a mettere i pumi sui balconi. Si dice che chi passa sotto presto avrà una gravidanza in famiglia.. nn vi dico se io sono passata 😉

Museo della ceramica di Grottaglie

Museo della ceramica di Grottaglie

Io amo ascoltare le storie, perché chi le racconta non deve solo conoscere delle storie interessanti, ma deve saperle raccontare e la cosa principale è : la voce.

Ci avete mai fatto caso? I racconta storie sono ipnotici, loro hanno un ritmo diverso, parlano piano, ma allo stesso tempo non annoiano, è come se si nutrissero dello sguardo degli ascoltatori. A Grottaglie ho trovato un altro paio di occhi blu che mi ha ipnotizzato, quello del maestro Domenico Pinto. L’arte non sempre è bella in assoluto, credo che a volte si debba solo incastrare con la tua anima, ecco le sue sculture si sono incastrate con la mia.

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Il Maestro Pinto è simile a me in alcuni aspetti e alle persone di cui parlo sul web, lui ha insegnato ceramica per anni, poi si è stufato, non trovava più la motivazione o forse dovrei dire ispirazione, è andato in viaggio (guarda un po’? un altro che trova l’ispirazione in viaggio) è ha incontrato un signore francese innamorato di Federico II di Svevia e lo sapete come fanno gli innamorati no? Parlano sempre del soggetto amato. Così il maestro Pinto è stato colpito nell’orgoglio, un francese che sapeva più di lui sulla storia della sua terra. L’amore spesso è contagioso e così anche lui si è facilmente appassionato a quest’uomo straordinario che era Federico II di Svevia, dopo tutto i veri latin lover non seducono solo le donne, ma chiunque gli giri intorno, anche a distanza di secoli.

Il viaggio di Ulisse di Domenico Pinto

Il viaggio di Ulisse di Domenico Pinto

Il genio del Maestro Pinto, sta nel raccontare l’uomo e non il sovrano.

Le sue collezioni, raccontano la vita di corte, gli uomini, le donne, le amanti, i sotterfugi, tutto con un sussurrato Dante che ne collega i fili. In Galleria al momento c’è la collezione sulle Donne di Federico e su Ulisse, a me ha colpito lo sguardo di Costanza d’Altavilla, la madre di Federico, una tristezza che mi è entrata dento.. semplicemente stupendo.

La Corte di Federico di Domenico Pinto

La Corte di Federico di Domenico Pinto

Un’altra delle cose che non mi sarei mai aspettata di trovare delle bellissime opere di street art. Mi ha spiegato Francesca, che fino ad un anno fa c’era il FAME, un festival di street art a Grottaglie, dove venivano artisti di tutto il mondo, ma poi per i soliti e strani motivi del sud si è fermato tutto. Ammetto che le opere che ho visto mi hanno colpito tantissimo, la mia preferita sono i due occhi intagliati nell’intonaco.. ipnotici.

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In questa mia esperienza salentina mi sono confrontata in maniera più profonda con quello che è il turismo consapevole, di come il disegno di una esperienza fatto su te stessa, possa cambiare la percezione di un luogo e la maniera d’amarla. Alessandra di Rainbow Salento ha scelto itinerari ed esperienze che fossero in linea con il mio “raggio” o meglio con la mia forza e le mie attitudini olistiche, grazie!

 

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