La prima tappa del mio viaggio in Israele è stata la Galilea, uno dei pochi posti in medioriente i cui luoghi sono conosciuti ai più perchè citati nel libro più venduto al mondo: la Bibbia.
Mentre stavo organizzando il viaggio non sapevo dove avrei fatto base in Galilea, in un primo momento pensavo Tiberiade, ma per fortuna Yaron di www.hostels-israel.com mi ha suggerito di alloggiare a Nazareth e sicuramente devo ringraziarlo.
Yaron mi ha messo in contatto con Maoz il ragazzo che ha preso in gestione il Fauzi Araz Inn Hostel, così ho deciso di alloggiare li. Ci sono arrivata di tardo pomeriggio, si trova nel cuore della città antica, in uno scenario ancora ottomano, si deve percorrere una piccola stradina contornata di negozi locali, poi qualche scomodo gradino e la porta blu è davanti a te. Una volta aperta ti accoglie un grandissimo cortile con cuscini e piante, le finestre sono bifore a sesto acuto contornate di sottili colonne di marmo. La mattina seguente, dopo l’abbondante colazione per lo più salata (meglio per me) ho raggiunto il piano superiore dove iniziava una visita guidata del palazzo e del souq.
Ad accogliermi Suraida, la proprietaria della residenza Azar, ci accomodiamo nella hall, l’ex sala da pranzo di casa dei suoi nonni e lei inizia a raccontare.
Fauzi Azar era suo nonno, la sua famiglia è palestinese cattolica, una famiglia molto ricca con molte proprietà in Galilea. Il palazzo è stato costruito nel 1830 e i sui soffitti maestosamente affrescati nel 1860 da un artista siriano. Quando gli israeliani occupano la palestina gli confiscano tutti i beni, tutta la famiglia Azar sceglie di fuggire in Siria abbandonando tutto. Fauzi Azar si ribella gli ebrei, porta loro le carte di proprietà della famiglia risalenti all’epoca ottomana, ma i coloni non le riconoscono e gli confiscano tutto lasciandolo in miseria. I rifugiati palestinesi occupano alcune delle case della famiglia Azar e un lato del suo palazzo. Fauzi Azar decide di rimanere a Nazareth e che nessuno della sua famiglia avrebbe mai abbandonato quella casa. Fauzi Azar fa due figlie femmine e anche se per la cultura araba non è un bene lui le ama moltissimo e ne è molto fiero. Un giorno quando le figlie si erano già sposate, sua moglie va a far visita ad una amica, è inverno, le stufe vengono alimentate ad olio, una goccia d’olio cade sul tappeto e prende fuoco, Fauzi non riesce a spegnere l’incendio, ha paura che le fiamme possano arrivare al soffitto e danneggiare il suo preziosissimo soffitto affrescato, così tira con le mani il tappeto in fiamme nel cortile, ma le fiamme avvolgono i suoi vestiti e si ustiona gravemente, morirà pochi giorni dopo in ospedale. Una volta morto Fauzi Azar nessuno della famiglia ha voluto più vivere in quella casa, le politiche dei coloni ebrei hanno portato un grosso degrado nella zona antica e hanno costruito una Nazareth nuova al di fuori dei bastioni ottomani.
Con il tempo, il centro storico è diventato teatro di lotte del commercio della droga e sempre più malfamato. Nel 2005 un ebreo, Maoz, contatta Suraida, proprietaria della residenza e le propone di lavorare insieme per portare turismo nel centro storico di Nazareth, si innamora della residenza ottomana e vuole a tutti costi trasformarla in un ostello. Suraida, rimane sdegnata dalla proposta: un ebreo che vuole impadronirsi dell’unica cosa rimasta alla sua famiglia dopo l’occupazione. Maoz, non si arrende, contatta la madre di Suraida, le parla del progetto turistico, le parla del guadagno e della visibilità che avrebbe la sua casa e il nome della sua famiglia. Così la famiglia Azar accetta, diventa ben presto uno scandalo per tutta la Galilea, i media denunciano che la famiglia Azar ha “venduto” la loro casa agli ebrei. Anche se presi dallo sconforto gli Azar continuano nel progetto turistico, sottolinendo sempre di non aver mai venduto la loro casa. Suraida è furiosa nei confronti della madre per aver ceduto la loro casa ad un ebreo, ma poi un giorno Maoz la invita all’ostello lei vede la foto della sua famiglia appesa nella reception, il nome di suo nonno in ogni vicolo di Nazareth, si commuove e decide di iniziare a lavorare nel Fauzi Azar Inn e che forse questo era il destino migliore per un tesoro tanto caro alla sua famiglia. Con l’arrivo dei turisti la zona antica di Nazareth ha iniziato a diventare più sicura e frequentata ed in pochi anni è diventata un posto carino ed accogliente, hanno aperto sempre più ristoranti e ostelli.
Il fascino di alloggiare in una casa ottomana è che ti sembra di essere trasportata indietro nel tempo, solo strade pedonali, negozi si spezie, odore di falafel e bifore a sesto acuto.
L’ostello ha un negozio di artigianato Palestinese, organizza serate cineforum, serate in cui ti da la possibilità di mangiare in una vera famiglia araba e ovviamente il Jesus Trail il trekking per tutta la Galilea sulle orme di Gesù.
Lo staff di Fauzi Azar Inn mi ha portato in giro per i ristoranti del centro storico di Nazareth, presentandomi i proprietari e raccontandomi la loro storia,e… facendomi ubriacare. Ecco i miei consigli:
Ciao Francesca, sto leggendo la tua testimonianza del viaggio in Israele… che meraviglia!!! è un racconto in cui è evidente il misticismo del luogo, si vede che hai proprio sentito la sacralità del luogo..
SI grazie, nn si può andare in Israele e nn sentire la sacralità del luogo. E’ la culla di ogni religione.