Il trekking per la Ciudad Perdida è il più famoso di tutta la Colombia, ma non tutti lo fanno, forse per la sua durata abbastanza sostanziosa, 5 giorni o forse per il costo! In media c’ è un affluenza di cira 40-50 visitatori al giorno, questo permette di avere il cammino sempre abbastanza libero e cosa ancora più eccezionale di visitare la Ciudad Perdida praticamente deserta! Si può organizzare il trekking tranquillamente da Santa Marta o da Taganga, tutte le agenzie hanno un prezzo fisso di 600.000 COP , ma devo dire che la scelta dell’ agenzia fa la differenza. Durante il tragitto dormi negli stessi alloggi degli altri gruppi, e ho potuto constatare personalmente che molte guide delle altre agenzie non avevano la stessa attenzione al cliente, non si intressavano di far loro avere l’ alloggio migliore ogni sera o farli partire o mangiare per primi e cosa più grave e triste e da dirsi, ho visto personalmente altre guide che assumevano droga durate il lavoro o che si portavano la fidanzata al seguito ed erano particolarmente distratti. Il trekking è al quanto impegnativo, si attraversano molti fiumi, con acqua alla vita che cresce molto rapidamente se piove, ci sono molti tratti su rocce a picco sul fiume e i percorsi quotidiani sono d’argilla e super accidentati, quindi la sicurezza è la condizione sine qua non per divertirsi. Essendo io pienamente siddisfatta della mia fantastica e super paziente guida Jorman, vi consiglio l’ agenzia Magic Tour di Taganga che però ha anche un ufficio a Santa Marta nella piazza principale. Chiedete di Fanny o Sebastian.
Ora passiamo al sodo ecco cosa vi aspetta:
Giorno 1: il pick up è alle 8:30, ma le distanze in Colombia sono molto lunghe, per percorrere i 45km che vi separano da Machete Pelao, il paesino fantasma da dove parte il trekking, servono circa 2h. Si arriva all’ ora di pranzo, un panino al volo e si parte, la guida vi dirà che so solo 3h di trekking, ma ometterà di dire che sono le più difficili dei prossimi 5gg! Il sentiero è il più disastrato che io abbia ai percorso, solo argilla scivolosa, con pietre nel mezzo e una pendenza impegnativa, il tutto considerando che in estate il pomeriggio piove quindi diventa un torrente in piena che scende in direzione contraria. Il primo campo prevede l’ alloggio in amaca ed essendo vicino al fiume la notte sale molta umidità quindi io vi consiglio deportavi il sacco a pelo o di avvolgervi come un verme nella coperte in dotazione. Per rassicuravi , tutti i pasti sono ottimi e abbondanti e la sera avrete anche un piccolo dolce !
Giorno 2: sveglia comoda sia parte alle 8 circa e in 4h si raggiunge l’accampamento due, nel tragitto ci sono un paio di soste piacevoli e una piscina naturale nella quale riposarsi e finalmentre rinfrescarsi. La giornata è abbastanza leggera, c’è solo una mega salita da 1,20h. Vicino all accampamento c’ è una parte piacevole dove il fiume è balneabile. L’ accampamento due è il più comodo, ha dei letti a castello con dei materassi comodissimi, è molto pulito e avrete la possibilità di lasciare i vestiti bagnati perché sarà la vostra tappa di ritorno al 4 giorno.
Giorno 3: il mio preferito, sono circa 3h di cammino il paesaggio cambia molto, finalmente si entra nella foresta tropicale, inizia quello che per me era l’immaginario del trekking, si attraversano due villaggi di indigeni Kogi, dove gli uomini non vogliono assolutamente essere fotografati mentre le donne e i bambini si prestano volentieri, specialmente se gli si regàla qualcosa da mangiare.
L’accampamento 3 è il più vicino al sito archeologico, ci si arriva come sempre all’ ora di pranzo, poco prima di arrivarci si guada un fiume abbastanza alto e se ne approfitta per rimanere a sguazzarvi. La location dell’accampamento 3 è davvero fantastica perchè è proprio al lato del fiume quindi potrete trascorrere il pomeriggio a rilassarvi sulla spiaggia tra un bagno gelido e una lettura. Il lato negativo è che i letti sono abbastanza sfondati quindi la mattina seguente il mal di schiena si farà sentire.
Giorno 4: finalmente si arriva alla meta tanto desiderata: la Ciudad Perida! L’ accampamento 3 dista solo un km dal sito archeologico, ma ci impiegherete 1h per percorrerlo, questo vi dovrebbe dare un idea di quello che vi aspetta. Si inizia con un percorso bordo fiume sui sassi, poi si attraversa un ponte simil tibetano, che è stato costruito solo 9 mesi fa dopo un incidete che è costato la vita di un turista. Poi iniziamo 12000 scalini di pietra dissestati che vi condurranno all’ entrata della città. La Ciudad Perdida è una città sacra del popolo Tayrona, quello che rimane sono le basi delle case e degli edifici sacri. Le costruzioni erano a pianta circolare, fatte di legno e argilla identiche a quelle ancora in uso dalle 4 tribu della Sierra Nevada. Il popolo Tayrona è stàto nella storia il più importante della zona di Santa Marta, ma nel 1700, in seguito ad epidemie portare dagli spagnoli si è totalmente estinto. La città è rimasta abbandonata per 300 anni e quindi tutte le costruzioni sono state fagocitate dalla giungla, lasciando i piedi solo i basamenti di pietra. Il popolo Tayrona, come la maggior parte delle culture precolombiane, credeva nella vita ultraterena e seppelliva i propri morti con oggetti d’oro, tale per cui la Ciudad Perdida è stata cercata per secoli. Nella fine degli anni ’70 è stata trovata da un gruppo di vaqueros,cercatori d’oro, che hanno iniziato a distruggere le rovine con la speranza di recuperare tutto l’oro in breve tempo. La fama di questo tesoro si è sparsa brevemente e diversi esponenti del narcotraffico colombiano si sono interessati a recuperare l’oro perduto. In breve tempo è iniziata una guerriglia sanguinosa, ma nella seconda metà degli anni ’80 un vaquero ha denunciato il ritrovamento della Ciudad Perdida al governo Colombiano, facendo diventare partrimonio dell’ umanità e quindi finalmente protetto. Questo signore è diventata la prima guida della Ciudad Perdida e io ho avuto il piacere di conoscere il figlio.
Uno dei rari privilegi che vivrete visitando la Ciudad Perida è che avrete il sito tutto per voi e dalla collina potrete scattare la famosa foto delle terrazze rotonde. Il quarto giornono è in effetti molto duro, dopo la visita mattutina bisogna ritornare all’accampamento due in circa 3 h di salite e discese , ma con l’ aggravante che molto spesso, come è successo a me, il pomeriggio piove e il sentiero diventa impraticabile e pericoloso.
Giorno 5: non vedrete l’ora di tornare nel mondo civilizzato per mettervi vestiti asciutti. Vi separano solo 7h di cammino! Il tragitto è decisamente lungo, ma anche piacevole, attraverserete delle belle vallate, molti campi coltivati, splendidi panorami e soprattutto rimarrete sconvolti constatando quanta strada in salita avete percorso il primo giorno. Gli ultimi minuti vi sembreranno interminabili, ma per fortuna alla fine verrete ricompensati da una nuotata al fiume e finalmente una birra ghiacciata a Machete Pelao.
Quello che dovete ricordarvi di portare che le guide non dicono:
- un sacco a pelo leggero , perché di notte fa davvero freddo, è umido e le coperte degli accampamenti sono spesso pieni di pulci;
- un bastone da trekking, è praticamente impossibile fare il trekking senza bastone, e per evitare di rompere tutti i rami della foresta consiglio di trovare un’ agenzia che ve lo affitti prima di partire;
- un poncho per la pioggia , io per fortuna lo avevo, in modo da potervi riparare durante le vostre lunghe camminate sotto l’acqua;
- un coprizaino, sempre causa pioggia;
- buste di plastica per riporre i vestiti puliti, io lo faccio sempre ogni volta che viaggio, ma vi assicuro che nella giungla è davvero indispensabile, tutto sara sempre umido e maleodorante e la sete ringrazierete voi stessi per quella piccola bustina!
- Lasciate il vostro bagaglio alla mula e portare com voi solo acqua e macchina fotografica, meglio contrattare i prezzo con l’agenzia prima di partire. Ad ogni modo per quanto ritengo che sia un trekking duro, tutti ritornarono molto contenti e soddisfatti, e poi se siete fortunati come me farete anche degli ottimi incontri che vi accompagneranno nei giorni seguenti.